Diario Scolastico 3

Ieri prima riunione della “commisione scuola famiglia”, che dovrebbe esere l’organo collegiale che governa la scuola. E’ formato dal resposnsabile didattico, l’economo, 1 genitore ogni sezione, 1 insegnante ogni 2 sezioni, 1 assistente ogni 4 sezioni; nella scuola di mio figlio fa un totale di 16 persone.
Il fatto che esista questo tipo di commissione è una buona cosa, e per quel poco che ho capito alla prima riunione mi sembra anche che i rapporti al suo interno siano come dovrebbero essere, senza guerre ma anche senza remore nel segnalare problemi; il punto è quali sono e cose di cui si trova ad occuparsi, perchè ieri una buona parte dell riunione è stata dedicata all’organizzazione e gestione di mercatini di autofinanziamento e raccolte punti presso i supermercati.Ora, un mercatino di autofinanziamento per una scuola pubblica è una cosa che in un pase civile non dovrebbe esistere (ma in un paese civile non si spenderebbero miliardi per aerei da guerra, e d’altra parte se non si spendessero miliardi per aerei da guerra non servirebbero mercatini di autofinanziamento), ma tutto sommato, una volta accettato che l’Italia non è più parte di quello che una volta veniva definito ‘primo mondo’ (che chissà poi per quanto esisterà ancora, visto che continua a restringersi) si può ancora accettare, in fondo è un modo meno classista che non chiedere direttamente i soldi alle famiglie, mettendo in difficoltà quelli per cui anche 10 euro al mese possono essere un problema, specie se moltiplicati per 3 o 4 figli.
Ma le raccolte punti dei supermercati, ormai così diffuse (e quindi evidentemente così redditizie per i supermercati stessi), da disporre di un’organizzazione che si ccupa di spedire cataloghi alle scuole, e in alcuni casi addirittura di svilupapre software per la registrazione online dei punti ottenuti, questo io lo trovo veramente avvilente.
Ieri sera uno dei genitori, che ha un banco al mercato, ha proposto, visto che i supermercati comunque non danno soldi ma solo alcuni materiali (spesso, come nei casi delle dotazioni informatiche, sapendo che questi hanno bisogno di ricambi, che il pubblico non fornirà, e che quindi la scuola cercherà di procurarseli nuovamente con i punti, innescando un circolo vizioso), ha proposto di fare una cosa analoga presso il suo banco del mercato, dove lui si impegnava a versare alla scuola il 100% del guadagno sugli acquisti dei genitori della scuola stessa. Gli è stato risposto che questo non è fattibile, che esporrebbe a scuola a denunce da parte dei suoi concorrenti, ma allora (dimenticando per un momento la domanda più logica, il perchè allora non dare direttamente i soldi alla scuola) io mi chiedo, perchè invece la Coop o il Gigante lo possono fare? Non ho dubbi che un tecnicismo per rendere una cosa legale e l’altra no sia stato trovato, ma perchè lo si accetta?
Insomma, il contesto è così grigio che un paio di consolanti affermazioni del responsabile didattico (“Ho accompagnato due figli in tutto il loro percorso scolastico, ma ho sempre trovato degradante che chiedessero a noi genitori di portare la carta igienica”, “Raccogliere soldi va bene, ma facciamolo per esigenze specifiche, teniamo conto che la situazione è grave ma non siamo ancora al collasso”) sembravano quasi fantasie utopiche, calate nella distopia della realtà attuale.