Diario recluso 2

(continua da qui)

Venerdì 13 marzo
Giornata simile a ieri, con la differenza che Emiliano comincia a dare segni di insofferenza per l’isolamento, e soprattutto per il fatto che io sono in casa ma, dovendo lavorare, e anche recuperare il ritardo causato da due giorni di ferie e quasi uno intero di mancata connessione, non posso dargli retta. Hai voglia a trovargli un gioco che possa fare da solo, o a chiedergli di scegliersene uno, dopo cinque minuti è sempre di nuovo seduto vicino a me a parlarmi, per questo io e Gemma decidiamo che da lunedì chiederemo alla babysitter di venire un paio d’ore al mattino, così potrà giocare un po’ con lei. Io riesco persino a fare una corsetta, ma di quello ho raccontato qui (paragrafo ‘il racconto di R’).

Sabato 14 marzo
Piove. Ce n’è bisogno, anzi, ne servirebbe molta di più, che la siccità quest’estate sarà un grosso problema, però in questo momento vuol dire che Emiliano non può nemmeno andare in cortile. Noi già li temiamo normalmente i giorni di pioggia nel weekend, con il pregresso e senza possibilità di andare in un qualunque posto, cinema o teatro o museo, o qualunque altra cosa, la situazione è pesante. In compenso io esco ben due volte, una per andare al supermercato (e son quasi trecento metri per la sola andata) e una per buttare spazzature. Essendoci anche del vetro sono cinquanta metri in più per arrivare alla campana, e me ne concedo altri cinquanta per andare a vedere se l’automobile è ancora dove l’ho parcheggiata, che le strade deserte favoriscono chi preferisce agire di nascosto, che siano ladri o squadracce. L’auto è ancora lì.

Domenica 15 marzo
Non piove più, ma a terra è un po’ bagnato e fa freddino. Forse per questo nessuno degli altri bimbi (di quelli che i genitori non hanno recluso in casa per essere più realisti del re) è in cortile, e Emiliano si rifiuta di scendere da solo, appassiamo tutti e tre davanti a “La storia infinita”, che il piccolo non apprezza, direi piuttosto ovviamente visto quanto sia diversa la velocità rispetto ai cartoni che guarda di solito (persino la velocità con cui parlano i personaggi). Sono un po’ spaventato dal vedere quanto Emiliano non sappia fare a meno di questo ritmo alto, non mi sembra per niente una cosa promettente. La giornata si trascina lunga e pesante, il momento migliore è l’uscita per getto rifiuti

Lunedì 16 marzo
La nostra babysitter è una nonna. Lunedì mattina arriva all’orario previsto, intrattiene Emi fino a mezzogiorno, poi torna a casa, però la vedo molto sulle spine. Ne parlo con mia moglie Gemma che parla con lei e scopre che si sente a disagio perchè una sua parente è positiva. A malincuore decidiamo insieme a lei che non venga più nei giorni successivi, e noi ci ritroviamo nella situazione di venerdì. La sera esco di nuovo a correre, stavolta un allenamento abbastanza impegnativo (prima di questa delirante situazione avevo intenzione di correre un paio di trail durante l’estate), riscaldamento, in parte andando al parco (stavolta il Ruffini e non la Pellerina, le distanze sono analoghe), trentacinque minuti abbastanza spinti, defaticamento tornando verso casa, totale un’ora e venti. Allenamento fatto, però le gambe non girano come dovrebbero, può essere semplicemente un giornata non buona, ma io inizio a pensare che inizino a sentirsi gli effetti della reclusione. E siamo solo alla prima settimana.

(continua)