#IoRestoACasa

Ormai sostanzialmente tutti gli specialisti sono concordi sul fatto che le misure prese dal governo relativamente all'”emergenza coronavirus” sono in gran parte inutili o dannose (un esempio qui, un altro qui).
In particolare relativamente al restare chiusi in casa (come le misure del governo vogliono senza ordinare e gli attuatori non di rado impongono) come spiega il professor Burgio nell’audio linkato sopra, intorno al minuto 50, allo stato attuale è inevitabile che la maggior parte della popolazione verrà a contatto con il virus. Ciò che possiamo e dobbiamo fare è ‘incontrarlo’ quando noi siamo nelle migliori condizioni (e in questo senso è ovvio che la misura è controproducente, costringendoci all’inattività fisica e ad una insufficiente ossigenazione ed esposizione alla luce solare che inevitabilmente ci debilitano), e soprattutto incontrarlo in una ‘modica quantità’, in forma non concentrata, in modo che il nostro organismo possa meglio prendervi le misure. Chiudersi in casa ritarda il momento in cui il nostro cammino incrocerà quello del virus, ma non aiuta in nessun modo a incontrarlo in condizioni più favorevoli. Ritarda il problema ma non lo attenua.
Quindi è evidente che #IoRestoACasa è una scelta sbagliata, eppure io per primo mi ci rassegno, non vedendo modo di reagire all’imposizione militare di questa regola. Però, almeno per il dopo lockdown, quel dopo di cui prima o poi dovremo forzare la venuta, che il potere non ha alcun interesse a liberarci fintanto che da bravi autoreclusi ce ne stiamo buoni e zitti, sapere che questa imposizione sia insensata, sapere di aver almeno tentato di diffondere questa consapevolezza credo sia importante.
Insomma #IoRestoACasa, ma so che sbaglio, forse è già qualcosa.

P.S: A scanso di equivoci, non sto dicendo che l’epidemia non esista, nè che ammassarsi in un pub o allo stadio sia cosa buona e giusta, qui si parla di camminate, corse o pedalate nei parchi o, per chi vive fuori città, sui sentieri.