Natale

E così siamo arrivati a Natale, ancora o di nuovo in lockdown.
Quest’estate stavo parlando con un mio cugino di un racconto che ho scritto in primavera: La conversazione avveniva nel periodo in cui le misure restrittive erano state allentate e lui mi chiedeva se ero ancora pessimista come quando avevo scritto, io non ricordo esattamente cosa gli ho risposto, forse qualcosa di un po’ evasivo, ma ricordo bene che la sua domanda mi aveva fatto pensare di aver esagerato nel mio veder nero, e invece… si vede che l’ottimismo è una malattia congenita dell’essere umano, e di certo fa molti più danni del covid.
Comunque è quasi Natale, e tra poco di una settimana ci sarà anche il cambio di anno, festeggiamolo pure (per quanto ci è permesso), ma non aspettiamoci che il prossimo si renda da solo migliore di quello che sta terminando.