Da New Dehli a Ferrara (passando per Roma)

C’è un legame forte tra le due vicende che, negli ultimi giorni, hanno visto protagonisti da una parte il governo (ed in particolare l’ex ministro Giulio Terzi di Sant’Agata) e dall’altra il sindacato di polizia Cosip.
Breve e sommario riepilogo delle due vicende:
I “marò” (raccontato molto meglio qui)
Due militari italiani in servizio di polizia su una nave privata in navigazione in prossimità delle coste indiane vengono accusati dell’assassinio di due pescatori che sono stati probabilmente scambiati per pirati. Neppure la difesa dei due contesta il fatto che i colpi che hanno ucciso i pescatori siano usciti dalle loro armi, l’unico argomento del contendere è a chi competa di istruire il processo. L’India ritiene di avere competenza e trattiene i due, cui concede però un’ampia licenza (1 mese) per consentire loro di votare. Ad una settimana circa dalla data del previsto rientro l’allora ministro Giulio Terzi di Sant’Agata dichiara che i due non faranno ritorno in India, il governo indiano reagisce bloccando i movimenti dell’ambasciatore italiano, che era il garante dei due. Dopo qualche giorno di braccio di ferro il governo italiano cede e decide per il ritorno in India dei militari, il ministro Terzi, in conseguenza di questa scelta, dà le dimissioni.
Il Cosip (raccontato molto meglio qui)
Il Cosip è un sindacato di Polizia, che ieri aveva indetto un’assemblea nazionale a Ferrara, con un dibattito dal titolo “Poliziotti in carcere, criminali fuori, la legge è uguale per tutti?” preceduto da un “sit-in della solidarietà per Luca, Paolo, Monica, ed Enzo”, che si è tenuto in piazza Savonarola. Forse è utile precisare che “Luca, Paolo, Monica, ed Enzo” sono i quattro poliziotti condannati in definitivo (peraltro con pene lievissime) per le loro responsabilità nella morte di Federico Aldrovandi, e piazza Savonarola è il luogo di lavoro della madre di Federico.
Come dicevo c’è un legame forte tra le due vicende, e molto preoccupante. C’è la convinzione, da parte di chi opera in operazioni di polizia, di essere al di sopra della legge, da cui segue la pretesa che questo ‘essere al di sopra’ venga riconosciuto ed istituzionalizzato, da cui segue a sua volta la persecuzione di chi questo ‘essere al di sopra’ non vuole ammetterlo.
In Italia le forze di polizia godono di ampi poteri per legge, e di poteri ancora più ampi di fatto. E’ una situazione grave, ma permettere che questo stato di fatto venga assunto come regola sarebbe ancora più grave, probabilmente irrimediabile.