Anniversario

Oggi sono dieci anni dall’inizio della libera repubblica di Venaus.
Di quelle giornate si ricorda più spesso l’epilogo, o addirittura la reazione all’epilogo, ma credo che bisognerebbe dare più peso a quello che la libera Repubblica è stata, anche se solo per pochi giorni, perchè quello che si era messo in piedi a Venaus, e che tanti per curiosità venivano a vedere di persona, abbattendo il muro di falsità costruito dai media attorno al movimento, preoccupava davvero il potere, al punto da farlo optare per uno sgombero di forza, anche correndo il rischio di causare problemi alle olimpiadi che si sarebbero tenute in zona due mesi dopo.
Alla fine per lo stato la scelta pagò, grazie anche al pompiere Ferrentino, che già al Seghino aveva lavorato sottobanco per le forze dell’ordine, aiutandole ad ingannarci, e che dopo la fine della libera repubblica si spese senza risparmio in favore della “tregua olimpica”, ma gli errori che, per eccesso di prudenza, commettemmo nei mesi successivi nulla tolgono all’importanza di quei giorni. Non a caso sei anni dopo alla Maddalena si è scelto di riutilizzare il nome, e forse altrettanto non a caso dieci anni dopo la regione piemonte sceglie proprio il 30 novembre per chiudere il punto nascite dell’ospedale di Susa, formalmente all’interno di un programma di riduzione della sanità pubblica di per sè orrendo, ma che in questo caso riecheggia sinistramente i versi di De Andrè
perchè de nostru da a cianûa a u meü
nu peua ciû cresce ni ærbu ni spica ni figgeü
*
Insomma, per celebrare il decennale della libera repubblica di Venaus preferisco pensare più al suo inizio che alla sua fine, con me sono daccordo quelli di Maz Project che hanno deciso di pubblicare un piccolo UNO, a metà tra cronaca e invenzione che avevo scritto allora. Trovate qui la prima parte, qui la seconda

*perché di nostro dalla pianura al molo
non possa più crescere albero né spiga né figlio