“Con le vostre teorie la città sarebbe morta”

Con questa frase Piero Fassino, sindaco di Torino, si è rivolto sabato ad un gruppo di cittadini che si era presentato (ovviamente come ospite iantteso ed indesiderato) alla festa per i 30 anni del piano regolatore di Torino. (per chi volesse sapere qualcosa in più sulla vicenda consiglio questo post oopure quest’altro)
Come si vede in questo video la portavoce di questo gruppo sottolineava come, visti i risultati che mettono Torino come città record in Italia per numero di sfratti e numero di alloggi sfitti, oltre che per debito pro capite del comune e livello di inquinamento, un festeggiamento delle politiche comunali, che sono come minimo concausa dell’attuale sfracelo, sembrava quantomai fuoriluogo. La risposta di Fassino, che potete ascoltare nello stesso video ma che fondalmentalmente si riassume nel titolo di questo post, mi suggerisce due riflessioni.
La prima è che ho perso il conto degli anni passati dall’ultima volta in cui un politico italiano, a fronte di una critica, ha risposto “No, quel che ho fatto era/è giusto perchè…”. Allo stato attuale si registrano solo due tipi di risposta: “Gli altri han fatto peggio” oppure “Provateci voi che siete tanto bravi a parlare”, che sono entrambe implicite ammissioni d’errore, ma anche entrambi rifiuti dell’accettazione delle proprie responsabilità. (sulla prima ci sarebbe anche da segnalare come sottintenda una visione del mondo diviso in due blocchi preoccupante oltre che irrealistica)
La seconda riflessione è che i politici italiani appaiono completamente incapaci di valutare il proprio operato. Ascoltando Fassino o gli si assegna l’oscar per la recitazione oppure si deve pensare che sia realmente convinto di quel che dica, che creda davvero che quello che la sua amministrazione, e le precedenti, hanno fatto a Torino fosse il meglio possibile date le circostanze. E questo, se come penso va esteso all’intera classe politica, non è solo preoccupante, è uno scenario apocalittico.