“Gracias Companero”

E’ di ieri la notizia dell’assassinio in Honduras della leader indigena Berta Caceres, colpevole di essere capace di farsi sentire troppo lontano, fino a vincere il Goldman Prize l’anno scorso.
Berta Caceres l’ho incontrata una sola volta, ma devo lei la riabilitazione ai miei occhi della parola compagno, che l’uso stancamente rituale, direi ‘da PCI’, con cui l’avevo sempre sentita pronunciare mi aveva reso indigesta.
Se non ricordo male era il 2006, ero ad una serata di presentazione della situazione in Honduras organizzata da Luca Martinelli di Altreconomia, finita la discussione era previsto un aperitivo, durante il quale Luca mi chiese di preparare alcuni piatti e offrirli io agli ospiti honduregni, perchè loro si ‘genavano’* a servirsi da soli. Io feci come mi aveva chiesto, quando porsi a Berta il suo mi guardò e disse “Gracias Companero”, mettendo in quelle due semplici parole una forza e un orgoglio incredibili, così grandi da rendere quel ‘companero’ un titolo onorifico, che per confronto con chi lo pronunciava sentivo di non meritare, ma di cui comunque lei mi aveva insignito.
Ecco, Berta Caceres ha avuto molti meriti molto superiori a questo, ma di quelli possono sicuramente parlarvi meglio altri, io vi ho raccontato questo, perchè per lasciare un ricordo così forte con un così piccolo evento ci voglia una grande persona.

* termine piemontese, intraducibile in italiano, che indica un atteggiamento a metà tra l’imbarazzo e l’eccesso di contegno