Pubblico e privato

La settimana scorsa è circolata la notizia che la TELT (la società General Contractor del tunnel dell’alta velocità Torino-Lyon) vuole realizzare una mostra d’arte nel cunicolo geognostico di Chiomonte (non nel tunnel della TAV, come erroneamente titolava Repubblica, dato che questo ancora è lontano dall’essere iniziato), mostra che sarà curata da Luca Beatrice.
Questa mostra da l’impressione di voler essere una risposta alle tre opere che Blu ha realizzato in Valsusa a sostegno del movimento Notav (1, 2 e 3), se questa fosse l’intenzione bisognerebbe catalogare questa scelta come l’ennesimo passo falso del sempre molto sopravvalutato Mario Virano.
Ovviamente non parlo del valore artistico delle opere (le tre che saranno presenti nel tunnel non sono ancora note al pubblico) ma delle modalità di realizzazione ed esposizione, che mi paiono esemplificative dell’atteggiamento dei due schieramenti.
Blu ha realizzato due delle sue opere su superfici pubbliche (muri di contenimento di terrapieni accanto a strade pubbliche) ed una sul muro di una casa privata, a quanto si sa l’artista non ha chiesto compenso ma solo un rimborso spese, e questo è stato pagato con una colletta su base volontaria. Le sue opere, anche quella su muro privato, sono liberamente fruibili da chiunque transiti sulle strade pubbliche vicine alle stesse.
Per le opere che verranno esposte nel cunicolo esplorativo non è dato sapere se verrà erogato un compenso e se questo sarà un semplice rimborso spese oppure sarà più cospicuo, ma sicuramente la spesa sarà in carico a Telt, che è si una società di diritto privato, ma che è finanziata con soldi pubblici (governi italiano e francese ed UE), le opere inoltre saranno esposte in un cosiddetto ‘sito di interesse strategico’, in cui l’accesso è fortemente ristretto (persino chi possiede terreni all’interno dell’area può accedervi solo con mille difficoltà, come descritto ad esempio qui), e quindi saranno visibili solo ad un selezionato numero di invitati.
Insomma, i notav usano i loro soldi per creare opere che vengono esposte gratuitamente a tutti, i sitav usano soldi pubblici per esporre opere riservate a pochi da loro scelti.
Non saprei immaginare una metafora più chiara di quella prodotta da Virano.