Ho letto un libro di poesie. Lui si chiamava Bukowski e mi parlava di dubbi e tristezze di angosce di gente disfatta di uomini che con l'ultimo rantolo tentavano invano di comunicare in ogni modo tentavano e fallivano ma almeno tentavano. Oggi siamo chiusi in noi stessi come celle pareti di plexiglass ad isolare il contagio e per sfondare il muro e far passar la voce ci vuole il coraggio per un atto di forza. Ma quella forza non tutti ce l'hanno e quel coraggio che ti insegnano a perdere non č poi cosė facile da ritrovare. |
Non č da tutti i giorni accettare il dolore dell'effrazione lanciarsi oltre l'ostacolo contro il muro opaco che ti nasconde la vita o il vuoto. E cosė resti chiuso a misurare la stanza in passi e piedi e all'ottocentesimo giro hai perso il conto e ti gira la testa, e ti appoggi al muro e scivoli a terra e ti addormenti scomodo, stanco, solo e insoddisfatto. un altro giorno č andato. |