Cosa pensare del batter d'ali che frantuma la notte in una tempesta di lucenti briciole o del piede ferito dal troppo camminare non sorretto ne sospinto del bastone cui ti appoggi. Cosa pensare della tenue luce che rialza il nero sfondo, o degli occhi socchiusi sottili come lame e come di lame dolenti che in uno sforzo senza pių speranza ancora frugano quel poco di mondo che loro si concede. Che dire di tutto il nostro vivere Vuoi forse essere tu cosė saggio da etichettare come vano questo cieco tentare? E vano sembrerebbe e vano č forse andare solo un vezzo narcisistico il non volersi fermare. Tu sei saggio, e saggiamente parli e appiani il mondo con il tuo pensiero ma sotto i miei piedi resta la salita di un ciuffo d'erba, e qualche sasso sparso piccole vibrazioni di una linea altrimenti perfetta, piccole vibrazioni che, nel tuo disegno non riesco a ritrovare. |