La corte costituzionale e i referendum

E’ di ieri la notizia che la corte costituzionale ha bocciato il referendum sulla legalizzazione della cannabis, il giorno prima aveva bocciato quello sull’eutanasia. La cosa non sorprende, è (almeno dai referendum sull’acqua pubblica che la corte costituzionale prende decisioni politiche dietro paraventi pseudo giuridici (in quel caso bocciò il referendum più importante, quello che avrebbe obbligato il ritorno al pubblico, consentendo i due minori). L’invadenza della corte costituzionale è solo uno dei tanti modi in cui si manifesta la crescente voglia di autoritarismo del potere, che dopo la riuscita dell’esperimento lockdown (esperimento su quale sarebbe stata la reazione della popolazione ad una gigantesca violazione dei suoi diritti, reazione che è stata del tutto assente) probabilmente non vede più ostacoli al proprio spadroneggiare.
A dire il vero un’altra possibile spiegazione della bocciatura ci sarebbe. Si può pensare che la corte costituzionale, in particolare nella sua componente togata, abbia pensato che per far fallire i refendum sulla giustizia fosse più facile bocciare i referendum che avrebbero potuto portare alle urne un numero di votanti sufficiente a raggiungere il quorum, lasciando quelli che interessano così poche persone da non aver speranze di raggiungere il quorum (inciso: io non ho ancora un’opinione sui referendum sulla giustizia, non me ne sono interessato, essendo sostenuti dalla lega probabilmente gli voterei contro o mi asterrei per farli fallire, ma il fine non giustifica i mezzi), io però ritengo che questo sia solo un effetto collaterale, anche se sicuramente gradito.
Come spesso negli ultimi post (anche per questo così radi), constatato il danno mi trovo in difficoltà anche solo a ipotizzare un rimedio, l’unica cosa che mi sembra di poter dire è che sarebbe importante chiarire al potere che se impedisce che miglioramenti, anche marginali come quelli legati ai due referendum bocciati, avvengano per via legale, allora deve aspettarsi che vengano perseguiti con altri mezzi.