Diario scolastico

Mio figlio ha iniziato venti giorni fa la scuola materna. Del primo impatto con la scuola pubblica italiana ho parlato qui, ma la situazione è tale che prevedo di trovarmi a scriverne molto spesso.
Non avevo più contatti col mondo della scuola da quando mio padre (che era preside) è morto nel 2002, e comunque già da quando qualche anno prima ero andato a vivere per conto mio i miei aggiornamenti erano diventati più rari e frammentari. Insomma, mi sono addormentato con una scuola in cui se qualcuno avesse detto ad un genitore che avrebbe dovuto portare lui la carta igienica per i figli sarebbe scoppiato a ridere, e mi sono risvegliato in una dove questo è il minimo di quel che succede. Colpevole per il mio sonno proverò almeno a non accumulare altre colpe da sveglio. Il fare è cosa che si esplica nel mondo reale, ma anche raccontare ha un suo valore, e in questo il web è di molto aiuto.Per completezza di informazione dico che quanto racconto accade a Torino in una scuola comunale, ma non ne scriverei se non pensassi che anche altrove le situazioni siano simili.
Ieri il responsabile didattico (quello che prima del sonno avrei chiamato direttore) ci ha convocati per dirci che una delle due maestre della classe di mio figlo si dovrà assentare per alcuni mesi per un intervento. A precisa domanda sulla nomina del supplente ha detto che si muoverà appena possibile, e cioè non prima che l’assenza dell’insegnante abbia effettivamente inizio, ma che è comunque molto difficile ottenere una supplenza, e che fintanto che non ci sarà una supplente i bimbi avranno una sola maestra, il che significa nessuna compresenza (quindi per forza di cose ci si allontana dalla didattica per avvicinarsi al babysitteraggio), e che nelle ora pomeridiane, quando la maestra avrà terminato l’orario di lavoro, i bimbi verranno accorpati ad un’altra sezione, formando quindi una classe da circa 40 alunni affidata ad un’unica maestra. Questo diventa ancora più preoccupante sapendo che ad aprile la maestra andrà in pensione (nella scuola comunale gli insegnanti non hanno l’obbligo di completare l’anno) e che quindi la situazione si riproporrà, coprendo la maggior parte dell’anno.
Già mi riesce difficile capire per quale motivo, visto che l’assenza è già certa da alcuni giorni, non ci si possa muovere in anticipo ‘prenotndo’ un supplente che certo non avrebbe obiezioni a ricevere l’offerta con quache giorno d’anticipo, trovo poi semplicemente criminle che il comune, anche il più indebitato d’Italia quale Torino è, faccia diffoltà ad erogare i fondi per pagare i supplenti, specialmente a pochi giorni di distanza dallo sfoggio di sfarzo con cui sono stati accolti i ministri del G7. Solo con i ‘ricordini’ consegnati in quell’occasione agli ospiti ci si pagherebbero alcuni anni di supplenza.
Oltre a tutto questo l’opacità. Che la maestra doveva operarsi noi lo sapevamo, ma solo tramite dei vicini la cui figlia era in quella classe l’anno scorso (ora va alle elementari), la scuola ha indetto la riunione per comunicarcelo nella sera dell”ultimo giorno in cui l’insegnante avrebbe lavorato. Col responsabile didattico ho avuto finora un solo breve colloquio (d’altronde deve occuparsi di più scuole, non solo di quella di mio figlio), ma sotto ogni frase che gli ho sentito pronunciare c’era come una fastidiosa eco che ripeteva “Fatevi da parte, lasciateci lavorare”. Probabilmente è proprio questo il primo stacolo da smantellare.
Questo è tutto. Anzi no, a conclusione della riunione il responsabile didattico ha chiesto se tra i genitori ci fosse un elettricista, o idraulico, o decoratore, e se fosse disposto a venire ad effettuare gratuitamente nello stabile qualcuno dei molti interventi che sarebbero necessari ma che non ci sono i soldi per pagare.