Diario scolastico 6 – una mesta conclusione

Oggi ho accompagnato mio figlio a concludere il suo percorso nella scuola materna, o scuola dell’infanzia: è’ stata una conclusione surreale e mesta.
Siamo andati alla scuola per ritirare gli indumenti di ricambio che erano rimasti li e la cartellina di quanto aveva realizzato quest’anno, avevamo appuntamento all’una meno un quarto. Ci si doveva presentare scaglionati, un bimbo ogni quarto d’ora in modo da evitare ‘pericolosi’ incroci, in realtà combinando ai nostri cinque minuti di anticipo con i dieci di ritardo del bimbo precedente siamo arrivati praticamente insieme, noi appena una decina di metri dietro a loro, quanto bastava per farci fermare fuori del cancello ad attendere il nostro turno.
Nella scuola intesa come edificio non ci siamo entrati, nel cortile c’era una maestra, che andrà in pensione a fine anno scolastico, che consegnava ad ognuno un sacchetto già preparato con tutto quello che c’era da ritirare e salutava i bambini. Di certo anche il cielo di un grigio novembrino ha fatto la sua parte, ma penso che anche col sole quel cortile deserto, con l’erba alta mezzo metro nei punti in cui solitamente i bimbi si fermavano a giocare dopo l’uscita, la casetta degli uccelli caduta a terra, e soprattutto il vuoto di corpi e di suoni, l’esatto opposto di come avevo sempre visto quel luogo, trasmettevano una gran mestizia.
Prima di andare via Emiliano ha chiesto alla maestra se quest’autunno, finite le lezioni alle elementari, sarebbe potuto passare a giocare dal cortile, la maestra, forse non volendogli dire che non potrà, perché non sarà più un alunno e non avrà nemmeno un fratello nella scuola, gli ha risposto che al momento ancora non si sa se o come quest’autunno riprenderà la scuola. E così ce ne siamo andati, portandoci via il sacchetto, che non era certo il peso maggiore che ci era arrivato addosso in quell’epilogo.