Io e il ‘viaggio’

Oggi ho finito di leggere Un viaggio che non promettiamo breve. Essendo stato un pre-lettore del libro ne avevo già parlato qui e, anche se in modo più particolare, anche qui.
Fa un effetto strano leggere un libro di cui sei coprotagonista, non solo quando è proprio la tua voce a parlare dalle pagine, ma anche quando semplicemente viene raccontato un episodio in cui tu c’eri, e ancora di più lo fa quando la narrazione ha un tono epico che oltretutto ti sembra pienamente giustificato, e questo effetto toglie la già poca obiettività di cui normalmente dispongo.
Detto questo parliamo del libro. Come più volte dichiarato dall’autore la costruzione prevede di narrare fatti reali con stile letterario, e il campo di applicazione di questo esperimento è la storia del movimento notav, 25 anni di lotte contro il progetto della nuova linea ad alta velocità (ripeto, contro il progetto, che della linea ad oggi non esiste ancora un metro) ma anche i molti di più che hanno costruito in valsusa le condizioni perchè questa lotta riuscisse a reggere così tanto tempo. Il libro è diviso in 5 parti che saltano un po’ avanti e indietro nel tempo, dall’eresia dei Catari ad oggi, e a tratti anche a destra e a sinistra nello spazio, dall’Andalusia a Trieste, ma sempre ruotando attorno agli ultimi 25 anni in Valsusa.
Quello che ne esce non è una spiegazione del perchè la nuova linea sarebbe meglio non costruirla (su questo di libri ne erano stati già scritti molti), ma un racconto di chi ha impedito che fino ad oggi venisse costruita, cercando di spiegare come si sia potuto realizzare questo fenomeno che incuriosisce molti e inquieta alcuni fino a causare reazioni evidentemente isteriche come quelle della procura di Torino (anch’esse descritte in dettaglio nel libro) o quelle meno gravi per conseguenze ma più ridicole di alcuni uomini politici e loro portaborse.
Insomma un libro che si pone un obiettivo ambizioso, ma secondo me lo raggiunge, accompagnando il lettore per oltre 600 pagine con un’interesse sempre alto (con forse solo un leggero calo verso la fine della terza parte ‘Quadrivium’), e prendendosi tutto questo spazio non per vezzo, ma per la necessità di far capire cosa sia il movimento notav, e di chi siano e come agiscono quelli che, da varie postazioni ‘rialzate’ lo attaccano.
Gren lettura, e lo dice un che della narrazioni ‘quintotipo‘ finora non era stato un fan